Soft Currency Economics, italieraz (10)

Soft Currency Economics. Dove tutto ebbe inizio

Sarrera gisa, ikus ondoko lanak:

Moneta: monopolio publikoa

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Soft Currency Economics

9. Opzioni di politica fiscale1

17 Luglio 2020

Opzioni di politica fiscale

Warren B. Mosler

di Warren B. Mosler

Il fatto che la spesa governativa e la tassazione siano effettuate simultaneamente dà l’illusione che le due operazioni siano indissolubilmente connesse. L’illusione è rafforzata dalla rappresentazione del Governo come un’impresa o come una famiglia. Imprese e famiglie nel settore privato hanno una capacità di indebitamento limitata dalla disponibilità del mercato ad erogare loro credito. Esse devono indebitarsi per finanziare le spese che sostengono.

Il Governo federale invece può prima spendere denaro in quantità praticamente illimitate aggiungendo riserve al sistema bancario, e poi indebitarsi se desidera drenare riserve.

Ogni anno il Congresso approva un bilancio in cui delinea le spese federali e decide anche come finanziarle. Nell’anno fiscale 1993, per esempio, l’ammontare delle spese governative fu di 1˙500 miliardi di dollari. Il finanziamento provenne per 1˙300 miliardi di dollari da tasse e per 200 miliardi di dollari da indebitamento. Perché il tasso sui fondi federali sia sotto controllo, l’ammontare complessivo delle entrate dev’essere pari a quello delle spese. La composizione degli introiti totali tra tasse e indebitamento è a discrezione del Congresso. L’impatto economico di variare la composizione del finanziamento governativo tra tassazione e indebitamento è meritevole di corposa ricerca, di discussione e di dibattito. Sfortunatamente, però, la discussione delle conseguenze economiche del deficit è stata dominata da apocalittici sermoni sull’intrinseca dannosità della spesa in deficit in quanto tale.

Da quando il deficit del bilancio federale è diventato un problema, nei primi anni ’80, gli avvertimenti circa le gravi conseguenze dell’abbandonarsi alla supposta infame usanza di prendere a prestito denaro dal settore privato si sprecano. Gli allarmi che i Democratici, i Repubblicani e altri patriottici Americani hanno lanciato a riguardo del deficit federale sono così numerosi da poter riempire una nuova ala dello Smithsonian. Quella che segue non ne è che una raccolta modesta:

«Il deficit nazionale è come un cancro. Prima agiremo per ridurlo più sano sarà il nostro sistema fiscale e più promettente il nostro futuro.», Senatore Paul Simon (D-IL).

«… a causa del modo in cui è stato finanziato il nostro debito, corriamo un grande pericolo in caso di aumento consistente, o anche moderato, dei tassi d’interesse. La ragione è che oltre il 70% del debito pubblico è finanziato per meno di cinque anni. È un suicidio negli affari, è un suicidio nella vita privata ed è un suicidio per il vostro Governo.», Ross Perot.

«Il benessere della nostra Nazione viene prosciugato goccia dopo goccia poiché il nostro Governo continua ad accumulare deficit da record… La sicurezza del nostro Paese dipende dall’integrità fiscale del nostro Governo e la stiamo gettando via.», Senatore Warren Rudman.

«… un duro colpo agli standard di vita dei nostri figli.», The New York Times.

«… questa grande Nazione non può più tollerare deficit fuori controllo e costi esorbitanti del pagamento annuo degli interessi…», Senatore Howell T. Heflin, (D-AL).

Originale pubblicato nel 1995, Revisione pubblicata nel 2012

Traduzione a cura di Andrea Sorrentino, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo e Daniele Basciu


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