Brexit: eskuinetik ala ezkerretik?

Brexit dela eta, gogoratu ondokoak:

Brexit-ez, hitz batzuk

Brexit-ez, hitz batzuk (2)

Gehigarriak:

Brexit, azkenean

Brexit, zipriztin batzuk

Brexit eta geroko politika ekonomikoa eta Covid-19

Brexit,…, beraz, zertan geratu da?

Brexit, Zorionak, Congratulations!

Segida:

Thomas Fazi: Unione Europea: il mito dell’uscita da destra

(https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-unione_europea_il_mito_delluscita_da_destra/33535_38963/)

Baita hemen ere:

(https://www.facebook.com/thomasfazi/posts/3558777924215320)

Thomas Fazi: IL MITO DELL’USCITA DA DESTRA

Una delle posizioni più diffuse negli ambienti euroscettici e anti-euro/UE di sinistra, sia in Italia che all’estero, è quella secondo cui l’uscita sarebbe auspicabile ma solo se avvenisse “da sinistra”, solo cioè se a gestire l’uscita fosse un governo di stampo socialista; per contro, un’uscita “da destra”, cioè gestita da un governo di inclinazione liberista, sarebbe assolutamente da avversare, in quanto nella migliore delle ipotesi non cambierebbe nulla, mentre nella peggiore delle ipotesi potrebbe persino condurre a un peggioramento delle condizioni delle classi popolari (anche se non si capisce cosa terrebbe a freno un siffatto governo nelle condizioni attuali ma tant’è). 

In questi giorni abbiamo nuovamente sentito queste argomentazioni a proposito della Brexit: «Se a uscire dalla UE fosse stato un governo di sinistra, allora la Brexit sarebbe potuta essere una cosa buona, ma visto che l’uscita è stata gestita, e continuerà a essere gestita nei prossimi anni, da un governo di destra, allora è da considerarsi una cosa brutta». 

Cercherò di spiegare, nel modo più semplice possibile, perché si tratta di una posizione che non ha alcun senso. Il mito dell’uscita da destra si basa sostanzialmente sull’incapacità di distinguere tra condizioni contingenti e condizioni strutturali: le prime rappresentano l’indirizzo politico di chi sta al potere, le secondo la cornice entro cui è costretto ad operare *chiunque* stia al potere. Se lasciando un certo sistema si allarga la cornice – cioè si facilita la possibilità di perseguire politiche di un certo tipo (nella fattispecie quelle che piacciono a noi, cioè politiche di stampo socialista) che sono bandite nel sistema attuale: forme di regolazione industriale, commerciale e dei flussi finanziari nel sistema UE; praticamente qualunque forma di reale politica economica nel sistema euro –, allora possiamo dire che l’uscita da quel sistema rappresenta un indubbio vantaggio “strutturale”, da una prospettiva socialista, a prescindere dall’indirizzo politico di chi si trova al potere al momento dell’uscita e dalle scelte prettamente contingenti del governo uscente, giacché uscire dal regime UE/euro aumenta le possibilità di implementare politiche socialiste un domani. 

Insomma, se si esce da un sistema o ci si guadagna o ci si perde, in termini strutturali; se si ritiene che l’uscita porti dei vantaggi strutturali, allora quella battaglia va sostenuta a prescindere da chi stia gestendo l’uscita. Questa è la ragione per cui molti di noi hanno sostenuto la Brexit, pur non riconoscendoci in molte delle posizioni dei conservatori britannici. 

Certo, è ovvio che sarebbe meglio se a gestire l’uscita fosse un governo socialista, in quanto questo permetterebbe di massimizzare fin da subito i benefici dell’uscita. Ma si tratta di uno scenario improbabile, se consideriamo che una delle funzioni del vincolo esterno, soprattutto nel sistema euro, è precisamente quello di rendere estremamente difficile, se non impossibile, la salita al potere di un governo radicalmente ostile allo status quo, soprattutto se di stampo socialista, sia attraverso tutta una serie di dispositivi psicologico-narrativi che servono a giustificare le politiche dei ceti dominanti (“ce lo chiede l’Europa”, lo spread ecc.), offrendo alle autorità politiche nazionali organismi o presunti “fattori oggettivi” su cui scaricare la responsabilità di scelte politiche impopolari, sia attraverso tutta una serie di strumenti che permettono di mettere sotto pressione un eventuale governo ostile (asfissia monetaria, rialzo dei tassi di interesse ecc.). 

In questo senso, l’uscita dal sistema UE/euro non rappresenta solo il ristabilimento di un contesto di lotta in cui le classi popolari non siano sconfitti in partenza, mediante la reintroduzione di meccanismi economico-istituzionali che consentano di ridefinire rapporti di forza più favorevoli alle classi lavoratrici – e dunque qualcosa da sostenere a prescindere dalle condizioni contingenti dell’uscita –, ma anche, con ogni probabilità, la condizione stessa per poter accedere alle leve del potere

In conclusione, l’uscita è “di sinistra” (nell’accezione socialista del termine) a prescindere, in termini strutturali, che poi sono quelli che contano veramente.

L’aspetto contingente è del tutto secondario

Ecco perché il mito dell’uscita da destra rappresenta l’ennesima supercazzola1 di un’area politica cha ha ormai perso completamente la bussola. Senza considerare che nel contesto italiano il concetto ha ancora meno senso visto che non si vedono all’orizzonte forze di destra che sostengono l’uscita dall’euro2.

Gehigarriak, sasi ezkertiarrentzat:

(i)

(https://twitter.com/tfbrexit/status/1344277588915716098)

The Full Brexit@tfbrexit

Yes, it’s nice that Perry Anderson has finally come out as a Brexiteer four and a half years after the referendum. Better late than never!

Democratic Left Network@DemLeftNetwork

2020 abe. 28

This is a superb essay by Perry Anderson in the @LRB! Among other things @tfbrexit, it highlights the nefarious role played by lawyers and judges in the construction of the EU and the consequent juridical coup d’etat upon which the EU’s power is based.

https://lrb.co.uk/the-paper/v43/n01/perry-anderson/ever-closer-union

2020 abe. 30

(ii)

(https://twitter.com/tfbrexit/status/1344304584936878080)

The Full Brexit@tfbrexit

NEW – LONG READ

The Full Brexit’s view of the UK-EU trade deal: Minimum Brexit

No decisive breakthrough for popular sovereignty, but the Agreement does create policy and legal space needed for real political and economic alternatives to emerge.

Irudia

https://thefullbrexit.com/uk-eu-deal

2020 abe. 30

(iii)

(https://twitter.com/WilliamClouston/status/1344607503296974848)

William Clouston SDP@WilliamClouston

@bencobley

eta

@tfbrexit

erabiltzaileei erantzuten

The UK now has a level of legal independence and control of policy levers which fellow eurosceptics in states such as Italy and Portugal could only dream of. Importantly, we can use this scope to gradually diverge further should we wish.

2020 abe. 31


1 La supercazzola es un término que se debe a Ugo Tognazzi y a la película Amici miei, un juego de palabras que se basa en términos inventados sin sentido para vacilar a los demás.

2 Espainierazko bertsioa, Google-ren bidez:

EL MITO DE LA SALIDA POR LA DERECHA

Una de las posiciones más extendidas en los ambientes euroescépticos y anti-euro / UE de izquierda, tanto en Italia como en el extranjero, es la que la salida sería deseable, pero sólo si se hiciera ′′desde la izquierda”, es decir, si la salida fuera la salida un gobierno de molde socialista; por el contrario, una salida ′′por la derecha”, es decir, gestionada por un gobierno de inclinación liberista, sería absolutamente de oponerse, ya que en el mejor de los casos no cambiaría nada, mientras que en el peor de los casos podría incluso conducir a un empeoramiento de las condiciones de las clases populares (aunque no se entiende qué frenaría a tal gobierno en las condiciones actuales, pero también)-

En estos días hemos escuchado de nuevo estos argumentos sobre el Brexit: ′′Si fuera un gobierno de izquierda, entonces el Brexit podría haber sido algo bueno, pero ya que la salida se ha gestionado, y seguirá siendo gestionada en los próximos años, por un gobierno de derecha, entonces es algo malo “.

Trataré de explicar, de la forma más sencilla posible, por qué se trata de una posición que no tiene ningún sentido. El mito de la salida por la derecha se basa esencialmente en la incapacidad de distinguir entre condiciones contingentes y condiciones estructurales: las primeras representan la dirección política de quien está en el poder, según el marco en el que se ve obligado a operar * cualquiera * esté en el poder. Si dejando cierto sistema se amplía el marco – es decir, se facilita la posibilidad de enjuiciar políticas de cierto tipo (en este caso, las que nos gustan a nosotros, es decir, políticas de molde socialista) que están prohibidas en el sistema actual: formas de regulación industrial, comercial y de los flujos financieros en el sistema UE; prácticamente cualquier forma de política económica real en el sistema euro -, entonces podemos decir que la salida de ese sistema representa una ventaja ′′estructural′′ desde una perspectiva socialista, independientemente de la dirección política de quién se encuentra en el poder en el momento de la salida y de las elecciones abiertamente contingentes del gobierno saliente, ya que salir del régimen UE / euro aumenta la posibilidad de implementar políticas socialistas mañana.

Quiero decir, si se sale de un sistema o se gana o se pierde, en términos estructurales; si se cree que la salida trae ventajas estructurales, entonces esa batalla debe apoyarse independientemente de quién esté gestionando la salida. Esta es la razón por la que muchos de nosotros apoyamos el Brexit, aunque no nos reconocimos en muchas de las posiciones de los conservadores británicos.

Claro, es obvio que sería mejor que gestionar la salida fuera un gobierno socialista, ya que esto permitiría maximizar desde el principio los beneficios de la salida. Pero se trata de un escenario improbable, si consideramos que una de las funciones del vínculo exterior, sobre todo en el sistema euro, es precisamente hacer extremadamente difícil, si no imposible, la subida al poder de un gobierno radicalmente hostil al statu quo, sobre todo si es de molde socialista, tanto a través de toda una serie de dispositivos psicológico-narrativos que sirven para justificar las políticas de las clases dominantes (′′nos lo pide Europa”, el spread, etc. ), ofreciendo a las autoridades políticas nacionales organismos o presuntos ′′factores objetivos′′ para descargar la responsabilidad de opciones políticas impopulares, ya sea a través de toda una serie de instrumentos que permiten presionar a cualquier gobierno hostil (asfixia monetaria, alza de tipos de interés, etc.)…).

En este sentido, la salida del sistema UE / Euro no es sólo el restablecimiento de un entorno de lucha en el que las clases populares no se venzan de salida, mediante la reintroducción de mecanismos económicos e institucionales que permitan redefinir las relaciones de fuerza más favorables a las clases trabajadoras – y, por tanto, algo que apoyar independientemente de las condiciones contingentes de la salida -, pero también, con toda probabilidad, la condición misma para poder acceder a las palancas del poder.

En conclusión, la salida es ′′izquierda′′ (en la aceptación socialista del término), independientemente, en términos estructurales, que luego son los que realmente importan. El aspecto contingente es completamente secundario.

Por eso el mito de la salida de la derecha representa otra supercazuela de un área política que ya ha perdido completamente la brújula. Sin tener en cuenta que en el contexto italiano el concepto tiene aún menos sentido ya que no se ven en el horizonte fuerzas de derecha que apoyan la salida del euro.

Utzi erantzuna

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