Eurobonoak direla eta

Eurobonoak eta Alemania

Thomas Fazi-ren SUGLI EUROBOND HANNO RAGIONE I TEDESCHI

(https://www.facebook.com/thomasfazi/posts/2817794161647037)

Come un orologio svizzero, in questi giorni è ripartito il coro pietoso degli europeisti che accusano la Germania di egoismo e di scarso spirito si solidarietà per la sua opposizione agli ormai mitici “eurobond“. Trattasi dell’ennesima puntata di una sceneggiata francamente penosa che ormai va avanti da trent’anni. E che sarebbe ora di archiviare una volta per tutte.

Ora, chi mi conosce (e soprattutto chi magari ha letto il mio libro “Sovranità o barbarie”) sa che non ho mai lesinato critiche alla Germania, ma in questo caso mi tocca spezzare una lancia a favore dei tedeschi. Forse non tutti lo sanno, ma l’opposizione della Germania agli eurobond non è un capriccio dei crucchi che nasce da una sorta di loro cattiveria congenita, come si sarebbe tentati di pensare a sentire i soliti pianti degli europeisti sulla “mancanza di spirito europeo” e altre amenità simili, ma è una posizione che nasce dalla serietà con la quale i tedeschi – e in particolare i giudici della loro Corte costituzionale – prendono i dettami della Costituzione tedesca, che stabilisce chiaramente che le decisioni di carattere fiscale e di bilancio sono di competenza esclusiva del Parlamento tedesco – dove risiede la sovranità popolare – e che dunque la cessione di sovranità fiscale e di bilancio all’Europa – per esempio tramite l’emissione di eurobond – rappresenterebbe una palese violazione della Costituzione e necessiterebbe di una sua riforma tramite referendum popolare.

Come dichiarò qualche anno fa in una memorabile intervista Jürgen Papier, presidente della Corte Costituzionale tedesca tra il 2002 e il 2010: «I limiti dell’integrazione europea si trovano nel rispetto dell’ordine democratico della legge fondamentale tedesca. Se la rappresentanza eletta del popolo tedesco non ha più niente da decidere, perché tutte le competenze fondamentali sono state trasferite a livello europeo, allora abbiamo svuotato l’ordine democratico. La richiesta di più Europa suona bene. Se però si superano i limiti, vengono sacrificati i valori fondamentali della Costituzione. La Costituzione tedesca non permette che l’Europa diventi uno Stato che può attrarre a sé, autonomamente, sempre più competenze. A questo fine il popolo tedesco dovrebbe darsi una nuova Costituzione [possibile solo con un referendum]. Ma non vedo alcuna disponibilità in merito. Il popolo tedesco non vuole, al momento, uno Stato federale europeo, come del resto non lo vogliono gli altri popoli europei».

È più chiara adesso la cosa? Qui il problema non sono i tedeschi, che si limitano a difendere la loro Costituzione e che giustamente non ravvedono minimamente le condizioni per la creazione di uno Stato federale europeo. Il problema sono i nostri governanti che aderendo all’eurozona hanno fatto carta straccia della nostra Costituzione formale e materiale, data la palese incompatibilità del modello sociale ed economico italiano con l’architettura di Maastricht, al momento della cui fondazione i tedeschi hanno espresso chiaramente quali erano i limiti dell’integrazione europea che non erano disposti a superare.

E che adesso che si rendono conto che la realtà del “sogno europeo” che ci propinano da anni (evidente a chiunque non avesse gli occhi foderati di bandiere blu) è che ci troviamo privi di tutti gli strumenti economici necessari per far fronte alla peggiore crisi economica e sanitaria della nostra storia, hanno pure il coraggio di prendersela con i tedeschi per il semplice fatto di tenere fede alla loro parola e di prendere sul serio la difesa della loro sovranità nazionale.

La nostra salvezza non dipende dai tedeschi. Dipende da noi. In questa situazione da incubo ci siamo messi con le nostre mani. E sole con le nostre mani ne potremo uscire, riprendendoci in mano – scusate il gioco di parole – il nostro destino. Altro che letterine e ultimatum all’Europa1.

Eurobonoaren mitoa

Thomas Fazi-ren IL MITO DEGLI EUROBOND

(https://www.facebook.com/thomasfazi/posts/2845451022214684)

Ancora nessun accordo all’interno dell’Eurogruppo, le negoziazioni continueranno nella giornata di domani. Ma il problema non è questo. Il problema è che, comunque andrà, non ci sarà nulla da gioire.

Ciò che mi preoccupa, infatti, non è che Olanda e Germania si continuino a opporre agli euro-corona-bond, chiamateli un po’ come volete. Ciò che mi preoccupa è vedere tanta gente che plaude ai suddetti euro-corona-bond come se fossero la manna dal cielo che risolverà tutti i nostri problemi, senza comprendere realmente le implicazioni di tale strumento.

Di fatto, l’introduzione di uno strumento di debito europeo rappresenterebbe un’ulteriore cessione di sovranità all’Europa. Come scrive sul “Sole 24 Ore” Isabella Bufacchi, vicecaporedattore del quotidiano, «per un vero eurobond, i 19 devono mettere sul piatto una fetta più o meno grande della sovranità fiscale nazionale».

Questo perché i singoli paesi sarebbero tenuti ad effettuare prelievi fiscali finalizzati al rimborso dei suddetti titoli (e ad un loro eventuale non rimborso da parte di uno o più paesi terzi) senza però che i singoli parlamenti nazionali abbiano voce in capitolo sull’utilizzo delle risorse, che verrebbe deciso a livello sovranazionale o al massimo intergovernativo. Nella migliore delle ipotesi sarebbe ipotizzabile il coinvolgimento del Parlamento europeo, la cui legittimità democratica, tuttavia, non è neanche lontanamente paragonabile a quella dei parlamenti nazionali. Questa è la ragione di fondo dell’opposizione della Germania, come ho spiegato altrove.

Insomma, lo “scontro epico” attualmente in corso nella migliore delle ipotesi si ridurrà a una misura che garantirà un po’ di ossigeno all’economia italiana ma nei fatti rafforzerà il carattere oligarchico della UE e dell’euro, accentrando ulteriore potere nelle mani di istituzioni anti-democratiche quali la Commissione europea, senza apportare alcun beneficio concreto per le classi lavoratrici e popolari dei paesi del sud.

No, Conte, la storia non sta dalla tua parte. La storia sta dalla parte di chi si batte per uscire da questa gabbia, non di chi si batte per rafforzarla2.


Itzulpena, autoreak aurkeztua:

SOBRE EUROBOND TIENEN RAZÓN LOS ALEMANES

Como un reloj suizo, en estos días se ha repartido el coro lamentable de los europeístas que acusan a Alemania de egoísmo y de escaso espíritu se solidaridad por su oposición a los ya legendarios “eurobonos”. Se trata de otro episodio de una escena francamente penosa que ahora Lleva treinta años. Y que ya es hora de archivar de una vez por todas.

Ahora, quien me conoce (y sobre todo quien tal vez leyó mi libro “Soberanía o barbarie”) sabe que nunca he lesinado críticas a Alemania, pero en este caso me toca romper una lanza a favor de los alemanes. Tal vez no todo el mundo lo sepa, pero la oposición de Alemania a los eurobonos no es un capricho de los alemanes que nace de una especie de su maldad congénita, como se habría tentado de pensar en sentir los llantos habituales de los europeístas sobre la “falta de espíritu europeo” y otras amenidades similares, pero es una posición que nace de la seriedad con la que los alemanes-y en particular los jueces de su Tribunal Constitucional-toman los dictados de la Constitución alemana, que establece claramente que las decisiones de carácter fiscal y presupuestarias son competencia exclusiva del Parlamento alemán-donde reside la soberanía popular-y que, por lo tanto, la cesión de soberanía fiscal y presupuestaria a Europa-por ejemplo, mediante la emisión de eurobonos-representaría una clara violación de la Constitución y necesitaría su reforma mediante referéndum popular.

Como declaró hace unos años en una entrevista memorable, Jürgen Papier, Presidente del Tribunal Constitucional alemán entre 2002 y 2010: ” Los límites de la integración europea se encuentran dentro del orden democrático de la ley fundamental alemana. Si la representación elegida del pueblo alemán ya no tiene nada que decidir, porque todas las competencias fundamentales se han transferido a nivel europeo, entonces hemos vaciado el orden democrático. La petición de más Europa suena bien. Sin embargo, si se superan los límites, se sacrifican los valores fundamentales de la Constitución. La Constitución alemana no permite que Europa se convierta en un Estado que puede atraer a sí mismo, cada vez más competencias. Con este fin, el pueblo alemán debería darse una nueva Constitución [posible sólo con un referéndum]. Pero no veo ninguna disponibilidad al respecto. El pueblo alemán no quiere actualmente un Estado federal europeo, como otros pueblos europeos no lo quieren “.

Está más claro ahora? Aquí el problema no son los alemanes, los que se limitan a defender su Constitución y que con razón no reven las condiciones para la creación de un Estado federal europeo. El problema son nuestros gobernantes que al unirse a la eurozona hicieron papel de nuestra Constitución formal y material, dada la evidente incompatibilidad del modelo social y económico italiano con la arquitectura de Maastricht, en el momento de cuya fundación los alemanes expresaron claramente cuáles eran los límites de la integración europea que no estaban dispuestos a superar.

Y que ahora que se dan cuenta de que la realidad del “sueño europeo” que nos propinan desde hace años (evidente a cualquiera que no tuviera los ojos forrados de banderas azules) es que nos encontramos sin todos los instrumentos económicos necesarios para hacer frente a la peor crisis económica y sanitaria de nuestra historia, también tienen el valor de meterse con los alemanes por el simple hecho de cumplir su palabra y tomarse en serio la defensa de su soberanía nacional.

Nuestra salvación no depende de los alemanes. Depende de nosotros. En esta situación de pesadilla nos hemos puesto con nuestras manos. Y sol con nuestras manos podremos salir, recuperándonos en la mano – disculpen el juego de palabras – nuestro destino. Más que cartas y ultimátum a Europa.”

2  Itzulpena, autoreak aurkeztua:

EL MITO DE EUROBOND

Todavía no hay acuerdo dentro del Eurogrupo, las negociaciones continuarán en el día de mañana. Pero ese no es el problema. El problema es que, sin embargo, irá, no habrá nada que alegrarse.

Lo que me preocupa, de hecho, no es que los Países Bajos y Alemania sigan oponiendo a los eurocorona-bond, llámenlos un poco como quieran. Lo que me preocupa es ver a tanta gente que aplaude a los citados eurocorona-bonos como si fueran el maná del cielo que resolverá todos nuestros problemas, sin comprender realmente las implicaciones de este instrumento.

De hecho, la introducción de un instrumento europeo de deuda representaría una cesión adicional de soberanía a Europa. Como escribe en el Sol 24 horas ” Isabella Bufacchi, subeditor del diario, ” para un verdadero eurobonos, los 19 deben poner en el plato más o menos grande de la soberanía fiscal nacional “.

Esto es porque los países individuales estarían obligados a realizar exacciones fiscales para el reembolso de dichos títulos (y a su posible no devolución por parte de uno o varios terceros países) sin que los parlamentos nacionales tengan voz sobre el uso de los recursos, que se decidirá a nivel supranacional o al máximo intergubernamental. En el mejor de los casos sería posible la participación del Parlamento Europeo, cuya legitimidad democrática no es ni remotamente comparable a la de los Parlamentos nacionales. Esta es la razón de fondo de la oposición alemana, como he explicado en otros lugares.

Quiero decir, el “enfrentamiento épico” actualmente en curso en el mejor de los casos se reducirá a una medida que garantizará un poco de oxígeno a la economía italiana, pero en realidad reforzará el carácter oligarquico de la UE y del euro, centrando más poder en manos de instituciones anti – democráticas como la Comisión Europea, sin aportar ningún beneficio concreto a las clases trabajadoras y populares de los países del sur.

No, Conde, la historia no está de tu lado. La historia está del lado de quien lucha por salir de esta jaula, no de quien lucha por fortalecerla.

Utzi erantzuna

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