Zipriztin ekonomikoak (24)

Ikus Zipriztin ekonomikoak (21) —–> ikus Job guarantee

Segida:

Land & Liberty@Land_Liberty1

@StephanieKelton @wbmosler I thought you guys were ‘neo’chartalists who were ok with private banks creating the money 😛 (*hides*)

2016 ira. 25

Warren B. Mosler@wbmosler ira. 25

@Land_Liberty @StephanieKelton Please define ‘private banks’ and ‘money’ thanks! 😉

Land_Liberty@Land_Liberty ira. 29

@wbmosler @StephanieKelton Sorry for late reply. Definition as here http://www.google.co.uk/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0ahUKEwis0LyRv7XPAhVCuBoKHR5KAygQFggcMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.bankofengland.co.uk%2Fpublications%2FDocuments%2Fquarterlybulletin%2F2014%2Fqb14q1prereleasemoneycreation.pdf&usg=AFQjCNEC40I_RsLixV-7vqDH8EnIWMnFzw&bvm=bv.134052249,d.d2s …. Money accepted (inc. for tax). Commercial banks

Warren B. Mosler@wbmosler ira. 29

Land_Liberty @StephanieKelton Functionally banks are regulated and supervised govt. agents/public infrastructure http://moslereconomics.com/2009/09/16/proposals-for-the-banking-system-treasury-fed-and-fdic-draft/ …

Euskaraz, ikus Warren Mosler-ek bankugintzaz

(i) LANA

Eric Tymoigne@tymoignee2

Why do people work part-time or on a temporary basis? Some wants to, others because they have no other choice.

2016 ira. 30

Begiratu Espainiako datuei!

(ii) Deutsche Bank (berriz!)

Why is Deutsche Bank now the biggest worry in the financial world?3

What’s going on with the banking industry?

Since the credit crunch in 2008, banks have been struggling to adapt to their new environment. Low interest rates coupled with meagre yields in the financial markets mean banks can generate fewer profits from the deposits they collect, the loans they dole out, and the market services they provide.

(…)

The bank has insisted that its immediate problem, the $14bn fine from the States, can be paid without resorting to a state rescue – and in any case, as Cryan told Bild this week, the bank can probably follow the example of several US banks and negotiate the penalty down to a more manageable figure.

(…)

Will the German government bail out Deutsche Bank?

Not right now. The finance ministry, not wanting to alarm anyone, has fiercely denied that it is preparing any contingency plan if Deutsche cannot cope with the US fine. ulting gloom about the eurozone’s biggest economy would probably take the shine off the extra work. (…9

Is this another Lehman Brothers?

Steady on, that kind of reckless talk could bring down the bank. Deutsche still has numerous tools at its disposal, painful though they may be, to shore up its capital levels using the financial markets. But they only succeed if investors have enough faith in the future of the organisation to support them.

Since Lehmans went bust in September 2008, international authorities have tried to create new structures that allow banks to fail while leaving the rest of the financial system relatively unharmed.

This is why Deutsche has coco bonds that it can write off in times of trouble, and why any German state rescue would be based on the new strict rules on bailouts, which have already this year prevented a rescue for Italy’s Monte dei Pasci.

Hans Michelbach, a conservative politician in Bavaria, said it was “unimaginable” that the government would carry out a 2008-style bailout. (…)”

(iii) EBZ eta stockak

Will The ECB Buy Stocks?4

(…) The ECB stepped up its unconventional policy around the middle of 2014, by taking its deposit rate into negative territory. Early in 2015, it launched a large-scale QE programme focused on public sector bonds. Since then it has added regional bonds and investment-grade credit bonds to the mix. Despite the positive effects on financial conditions, the outlook for growth and inflation remains disappointing. At the same time, there are market concerns that there are not enough bonds available to be bought and that current monetary policy is losing its effectiveness. This has led to questions about what else the ECB can add to its policy mix. In this research note, we consider whether the ECB will turn to equity purchases. (…).

(…) Japanese equities have underperformed since December 2015 even though ETF purchases continued. Indeed, the recent further stepping up of purchases does not seem to have had much of an impact. (…)

The potential risks are relatively high. Although the ECB has recently increased the risk on its balance sheet by buying investment-grade corporate bonds, equity purchases are riskier still. (…)

Overall, the ECB would be increasing the risk on its balance sheet for uncertain, and at best modest gains in economic growth and inflation. In addition, the ECB has other stimulus options (even though the effectiveness is diminishing). Furthermore, the current situation of moderate economic growth and relatively elevated equity valuations, also makes the case for ECB equity purchases weak.

In the near term, the ECB will likely extend its public sector purchases later this year, including taking measures to expand the universe of  government bonds it can buy. (…)”

Gauza bera, behin eta berriz!

Zergatik ez erabili politika fiskal eraginkor bat, DTM-koen aspalditik proposatu duten moduan!

(iv) EBZ-ren politika monetario inozoa

La politica monetaria ingenua della BCE5

David Folkerts-Landau, capo-economista di Deutsche Bank, in occasione del discorso al Bundestag di Draghi, su Die Welt attacca la politica monetaria ingenua della BCE: i tassi a zero stanno distruggendo l’economia europea. Da Welt.de

L’ultima apparizione di Draghi davanti al Bundestag era stata 3 mesi dopo il suo famoso discorso del “whatever it takes“. Dal 2012 l’area dell’Euro non ha registrato alcuna crescita economica, ha avuto il peggior sviluppo nel mercato del lavoro tra i paesi industrializzati con una disoccupazione a doppia cifra e oltre il 20% di disoccupazione giovanile, ha raggiunto un livello di indebitamento non sostenibile e livelli di inflazione ampiamente inferiori a quelli definiti dalla BCE. Senza la forte congiuntura tedesca la situazione sarebbe ancora peggiore. Oggi i politici si chiedono legittimamente che cosa è andato storto. 

La crisi esistenziale dell’unione monetaria è evidente nell’erosione del centro politico. Brexit mostra che questo può’ portare ad una spaccatura. L’insoddisfazione è radicata nella disoccupazione e nei redditi stagnanti – come accadeva durante la crisi degli anni ’30.

Pertanto ci si dovrebbe chiedere fino a che punto la politica monetaria aggressiva, non convenzionale e mai testata della BCE – fino ai tassi negativi – contribuisca ad un aumento dei problemi in Europa.

Non era mai accaduto che una regione fosse cosi’ dipendente dalle decisioni dogmatiche di tecnocrati non eletti democraticamente. Vogliamo davvero rischiare il fallimento del principale progetto economico e politico della storia? Le generazioni future non ci perdonerebbero la nostra fiducia ingenua nella politica monetaria

Nessun incentivo al cambiamento

Non sono solo i deboli dati economici a far nutrire dubbi sull’efficacia e l’orientamento della politica monetaria – ma soprattutto il fatto che i problemi europei non sono di natura ciclica ma strutturale.

I paesi della periferia non sono in grado di generare una crescita sufficiente per la riduzione del debito e della disoccupazione. Cio’ è dovuto alla mancanza di riforme nel mercato del lavoro, come nel sistema giuridico, sociale e fiscale. E i governi non hanno agito poiché la politica monetaria estremamente espansiva della BCE, e in particolare la sua promessa di fare “whaever it takes”, hanno reso il non agire l’opzione migliore nel breve periodo.

Per mettere a rischio la loro rielezione con le riforme, i politici hanno bisogno di buone ragioni. Soprattutto nella periferia, dove manca un ampio consenso. Fino al 2012 i tassi di interesse in alcuni paesi erano cresciuti enormemente, c’era il rischio concreto di non poter rifinanziare il debito pubblico. L’insolvenza avrebbe portato ad un programma di salvataggio della Troika, con riforme difficili e tagli alla spesa impopolari.

Gli incentivi a fare le riforme tuttavia sono stati annullati dalla promessa della BCE di aiutare i paesi in difficoltà con il programma Outright Monetary Transactions (OMT)6 – vale a dire un intervento come acquirente di ultima istanza.

Una generosa sovvenzione per le periferie

Allora la giustificazione ad-hoc era che la divergenza fra i premi per il rischio dei diversi paesi era il segno di una inefficace trasmissione della politica monetaria e non un rischio relativo al paese specifico. 

L’OMT è rimasto nel cassetto fino ad oggi, ma nel quadro del suo programma di QE, insieme alle banche centrali nazionali, la BCE ha iniziato 3 anni più’ tardi ad acquistare titoli di stato e obbligazioni societarie in quantità inimmaginabili. Se questo programma –  come ampiamente previsto – sarà esteso fino alla fine del 2017, la BCE potrebbe arrivare ad avere in bilancio circa un quinto di tutto il debito pubblico della zona Euro.

L’annuncio del programma OMT è stato un generoso sussidio nei confronti della periferia. Lo spread medio per i titoli di stato è sceso di quasi 5 punti percentuali. Ad esempio i costi per il pagamento degli interessi in Italia sono scesi di un terzo, sebbene l’indebitamento in rapporto al PIL sia cresciuto. Questo enorme alleggerimento pero’ non è stato sfruttato, esattamente come era accaduto al calo dei tassi di interesse dopo l’adesione alla zona Euro. 

Le riforme sono state implementate seriamente solo fino al 2012, mentre i tassi di interesse stavano salendo e il rifinanziamento si faceva difficile. In quegli anni sono state applicate la metà delle iniziative di riforma suggerite dall’OCSE. Lo scorso anno la percentuale è stata inferiore al 20%.

I meccanismi disciplinari sono fuori uso

Dal 2012 i programmi come l’OMT e il QE impediscono all’Europa di vedere la realtà. Con una crescita zero e un deficit del 2.5 % l’indebitamento italiano di oltre il 100% del PIL non è sostenibile. 

Roma paga per i titoli decennali solo un punto percentuale in più’ rispetto a Berlino. Gli spread si ampliano – come nel caso del Portogallo – solo quando i mercati temono che un downgrade delle agenzie di rating possa bloccare il QE.

Nonostante le sue buone intenzioni, la BCE ha messo fuori uso i meccanismi disciplinari di aumento degli interessi sul debito, ed è perciò’ responsabile per la non implementazione delle urgenti riforme strutturali necessarie. Solo riforme orientate alla crescita potranno impedire una lenta disintegrazione dell’UE causata della stagnazione economica.”

Gauza berbera!

DTM-koek aspalditik proposatu zutenak zutik dirau, alegia, politika fiskal eraginkor bat martxan jartzeak, horixe da behar den ‘egiturazko erreforma beharrezko‘ (sic) bakarra.


Utzi erantzuna

Zure e-posta helbidea ez da argitaratuko. Beharrezko eremuak * markatuta daude