Mario Draghi: zipriztinak (4)

(i) Covid e crisi economica: Draghi è venuto per fare gli interessi dell’Italia?

(https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-covid_e_crisi_economica_draghi__venuto_per_fare_gli_interessi_dellitalia/11_39976/)

(ii) Vaccini: via i brevetti e produzione pubblica. Draghi e la UE si impegnino

(https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-vaccini_via_i_brevetti_e_produzione_pubblica_draghi_e_la_ue_si_impegnino/6121_39971/)

(iii) Le risorse infinite della Bce

Intervista all’economista americana Stephanie Kelton, autrice del libro ‘Il mito del deficit’: ‘Draghi è consapevole’

(https://www.laregione.ch/economia/economia/1495930/spesa-crisi-bce-euro-soldi-draghi?fbclid=IwAR1jXsHZxE330DX6KSEnMXRnj_Q2DeWO_tf95hv_4ecVgLZDCoqIAdCfpys)

(iv) Morire per l’Unione Europea: da Maastricht ai vaccini che non arrivano

(https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-morire_per_lunione_europea_da_maastricht_ai_vaccini_che_non_arrivano/38822_39989/)

(v) ‘L’alternativa c’è’: il manifesto politico dell’opposizione a Draghi

(https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lalternativa_c_il_manifesto_politico_dellopposizione_a_draghi/39130_40005/)

(vi) L’euro ci ha tolto 400 miliardi di Pil! Come e perché 20 anni di moneta unica ci hanno impoverito

Welfgang Schauble, ha ammesso: “È vero, noi tedeschi abbiamo approfittato dell’euro”

(https://www.ilparagone.it/attualita/leuro-ci-ha-tolto-400-miliardi-di-pil-come-e-perche-20-anni-di-moneta-unica-ci-hanno-impoverito/?fbclid=IwAR24AIBwOAbo76xNx9hNQrvQUXw0dqmHzKOo74CJpzAYQadrmw19mPNi_k A)

(vii) Il governo Draghi nasce già vecchio e inutile

(https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_governo_draghi_nasce_gi_vecchio_e_inutile/29296_40004/)

(viii) Draghi, heroia?

(https://www.facebook.com/thomasfazi/posts/3725319687561142)

Luca Pinasco

Leggo che Draghi è l’eroe del giorno: ha bloccato l’export dei vaccini AstraZeneca verso l’Australia tenendoli in Italia. Dovremmo però chiederci: come siamo arrivati al punto da dover elemosinare ad aziende straniere in giro per il mondo i vaccini? Perché non siamo in grado di farceli da soli?

A tal proposito è uscito sul FQ un articolo (perfettamente sintetizzato da Thomas Fazi nel suo profilo) che spiega come grazie a società come Sclavo, poi confluita in Enichem, alla fine degli anni ’80 eravamo leader mondiali nella produzione dei vaccini, questo fino alle privatizzazioni del 1992 dove l’intero settore è stato smembrato e ceduto ad imprese estere.

Voglio però aggiungere un ulteriore elemento di analisi per far comprendere da quanto lontano provenga la leadership globale italiana nel settore chimico-farmaceutico, iniziata nel dopoguerra con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ben prima di raggiungere l’apice (trattato nell’articolo) alla fine degli ‘80 con il colosso industriale Enimont nato dalla fusione della chimica pubblica (Enichem) e quella privata (Montedison), perfetto emblema del modello italiano ad economia mista, fornitore di materie prime e semilavorati di un settore farmaceutico tra i più avanzati al mondo.

L’ISS guidato da Domenico Marotta già nel dopoguerra mette l’Italia in prima fila tra le potenze occidentali nella ricerca applicata farmaceutica: realizza il primo microscopio elettronico italiano nel 1946, poi, un anno dopo crea l’ente regionale per la lotta anti-anofelica in Sardegna e in cinque anni la malaria viene dichiarata debellata dal nostro paese. Nel 1948 fonda il Centro Internazionale di Chimica e Biologia dove installa un enorme fermentatore per la produzione di penicillina che trasforma l’Italia nel maggior produttore mondiale del farmaco, più dell’Inghilterra, più degli Stati Uniti. L’ISS diventa un centro di attrazione mondiale per scienziati di fama internazionale: vi svolgono stabilmente attività di ricerca i premi Nobel come Ernst Boris Chain che insieme ad Alexander Fleming (colui che scoprì la Penicillina) e Howard Walter Florey, ha isolato, purificato e testato con successo per la prima volta l’antibiotico, cosa per il quale Chain ottiene il Nobel per la medicina e per la fisiologia nel 1945. Anche l’australiano Daniel Bovet svolge in Italia all’ISS gli studi che lo porteranno a scoprire l’antistaminico, cosa per cui nel 1957 riceverà il premio Nobel. Insomma la nostra capacità attrattiva non si limitava “al solo” Albert Sabin, inventore del vaccino contro la poliomelite, come racconta l’articolo del FQ, ma si estendeva a scienziati tra i migliori al mondo, grazie alla dotazione di macchinari e laboratori all’avanguardia di cui disponevamo.

Se oggi siamo incapaci di produrre il vaccino è frutto di una scelta ben precisa di politica industriale, quella di privatizzare, polverizzare e svendere l’intero settore chimico farmaceutico -dove siamo letteralmente passati dalle stelle alle stalle- com’è accaduto negli anni ’90 per mano di personaggi come l’eroe del giorno Mario Draghi1.


1 Espainierazko bertsioa:

Leo que Draghi es el héroe del día: bloqueó la exportación de las vacunas AstraZeneca a Australia manteniéndolas en Italia. Sin embargo, deberíamos preguntarnos: Cómo hemos llegado al punto de tener que mendigar a empresas extranjeras alrededor del mundo las vacunas? Por qué no podemos hacernos solos.
Al respecto salió en el FQ un artículo (perfectamente sintetizado por Thomas Fazi en su perfil) que explica cómo gracias a sociedades como Sclavo, luego confluido en Enichem, a finales de los años 80 fuimos líderes mundiales en la producción de vacunas , esto hasta las privatizaciones de 1992 donde todo el sector fue desmembrado y cedido a empresas extranjeras.
Sin embargo, quiero añadir otro elemento de análisis para que comprenda lo lejos que viene el liderazgo global italiano en el sector químico-farmacéutico, iniciado en la posguerra con el Instituto Superior de Sanidad (ISS) antes de llegar a la cima (tratado en el artículo) al final de 80 con el coloso industrial Enimont nacido de la fusión de la química pública (Enichem) y la privada (Montedison), perfecto emblema del modelo italiano de economía mixta, proveedor de materias primas y semielaborados de un sector farmacéutico entre los más avanzados al Mundo.
El ISS liderado por Domenico Marotta ya en la posguerra pone a Italia en primera fila entre las potencias occidentales en la investigación aplicada farmacéutica: realiza el primer microscopio electrónico italiano en 1946, luego, un año después crea el ente regional para la lucha anti – anofélica en Cerdeña y en cinco años la malaria es declarada erradicada de nuestro país. En 1948 funda el Centro Internacional de Química y Biología donde instala un enorme fermentador para la producción de penicilina que convierte a Italia en el mayor productor mundial del fármaco, más que Inglaterra, más que Estados Unidos. La ISS se convierte en un centro de atracción mundial para científicos de fama internacional: los Premios Nobel de forma permanente, como Ernst Boris Chain, que junto a Alexander Fleming (el que descubrió Penicilina) y Howard Walter Florey, aisló, purificó y Probado exitosamente por primera vez el antibiótico, cosa por la que Chain obtiene el Nobel de Medicina y Fisiología en 1945. El australiano Daniel Bovet también realiza en Italia en la ISS los estudios que lo llevarán a descubrir el antihistamínico, qué Así que en 1957 recibirá el Premio Nobel. En resumen, nuestra capacidad atractiva no se limitaba ′′ al solo ′′ Albert Sabin, inventor de la vacuna contra la poliomelitis, como cuenta el artículo del FQ, sino que se extendía a científicos entre los mejores del mundo, gracias a la dotación de maquinaria y laboratorios de vanguardia de que disponíamos.
Si hoy somos incapaces de producir la vacuna es fruto de una elección muy concreta de política industrial, privatizar, pulverizar y vender todo el sector químico farmacéutico -donde literalmente pasamos de estrellas a establos- como ocurrió en los años 90 de la mano de personajes como el héroe del día Mario Draghi.

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